Diritti civili

La legge va rispettata

Con la legge sulle unioni civili il governo ha fatto quanto richiedeva la normativa europea. Non si può volere l’integrazione in Europa e poi disattenderne le leggi sui diritti. Dispiace per la sensibilità cattolica e le diverse abitudini culturali, ma il mondo occidentale è cambiato e cambierà ancora, tanto che c’è già chi ritiene che i diritti ottenuti non bastino e come dire, anche questo è un diritto. Almeno è stato fatto un passo nella direzione di marcia comune e questo va a merito del governo nelle condizioni politiche in cui si trova. Già ci sono forze che chiedono ai sindaci di non rispettare la legge, ed altre che vogliono promuovere il referendum. I sindaci che non vogliono rispettare le leggi dello Stato, devono semplicemente dimettersi. E’ il caso di finirla una volta per tutte con un’autonomia localistica che diventa un pretesto per contestare la legge nazionale. L’autonomia serve dove la legge non arriva, non dove è scritta e i sindaci sono i primi cittadini sottoposti alla legge dello Stato, per cui si preoccupino del loro dovere e se vi sono forze politiche che chiedono ai sindaci di non rispondere alla legge, queste sono sediziose per la Repubblica e tali vanno considerate dalla magistratura ordinaria. Quanto al referendum, la legge lo consente. Si tratterebbe di una grande riedizione di quello che si vide promuovere contro la legge Fortuna Baslini nel 1974, un fallimento totale. I partiti e le organizzazioni che lo promossero dimostrarono una volta per tutte la loro inadeguatezza a comprendere l’avanzamento del Paese e furono scavalcate. C’è da credere che gli effetti sarebbero domani gli stessi di allora, perché per l’appunto, maggiori diritti non nuocciono mai a nessuno. Nonostante il divorzio esistono coppie e famiglie saldissime e grazie a dio, tanto legate fra loro che per nessun motivo sarebbero disposte a sciogliersi. Lo stesso domani, se si potranno unire le coppie omosessuali, quelle eterosessuali non sono certo minacciate. Una grande società democratica deve saper convivere con la diversità ed accettarla, una Repubblica deve saper andare incontro alle esigenze dei cittadini nei limiti delle sue possibilità e del suo ordinamento. La Repubblica italiana ha avviato questo processo negli anni settanta del secolo scorso e intende continuare a portarlo avanti.

Roma, 12 maggio 2016